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CONIGLI, LEPRI E CONIGLI NANI

Il Coniglio

Oryctolagus cuniculus

Il piú comune e noto rappresentante dell’intera famiglia dei Leporidi è senza dubbio il Coniglio selvatico, un mammifero lagomorfo conosciuto sin dall’antichità e diffuso oggi anche in Paesi molto lontani dalla sua naturale area di diffusione

Il Coniglio domestico è un mammifero che non appartiene all’ordine dei Roditori, come molti credono, ma a quello dei Lagomorfi. Quest’ordine si differenzia principalmente per la presenza di quattro incisivi superiori rispetto ai due dell’ordine dei Roditori. Il coniglio che oggi conosciamo, e che è allevato un po’ ovunque, deriva dal Coniglio selvatico europeo la cui specie O. cuniculus è chiamata cosí per la sua abitudine di costruire delle tane sotterranee.

I piú antichi resti di fossili appartenenti al genere Oryctolagus sono stati ritrovati nel sud della Spagna. Prima dell’Era glaciale i conigli selvatici erano diffusi in tutta l’Europa centro-meridionale, ma dopo l’ultima glaciazione si ritrovano solo nella penisola iberica e nell’Africa nord-occidentale.

I Fenici, che giunsero in Spagna intorno al 1100 a.C. si accorsero di questi simpatici animali e cominciarono ad apprezzarne le carni. “Anche i Romani impararono ben presto a conoscere la bontà delle sue carni allestendo dei leporari, veri e propri allevamenti di conigli e lepri.

La fuga di alcuni individui da questi allevamenti ha consentito a questa adattabile specie di formare in natura popolazioni stabili e riproduttive.

Il vero addomesticamento della specie ebbe inizio nel Medio Evo; infatti, il merito di aver allevato e cominciato a selezionare i primi conigli con particolari caratteristiche frutto di mutazioni naturali, spetta ai monaci francesi nel XVI secolo.

Il processo di selezione per l'allevamento determinò delle modificazioni rispetto alla forma selvatica tra cui una diminuzione generale delle capacità sensoriali. Comparirono anche variazioni di peso del cuore e del cervello, l'intestino cieco perse leggermente la sua capacità di assorbimento intestinale, mentre il numero di nati per nidiata e la frequenza dei parti aumentò.

Ma è soprattutto nella seconda metà del secolo scorso, grazie allo studio delle leggi di Mendel, che cominciò la produzione di nuove razze morfologicamente molto diverse tra loro”. (1)

A partire dal XV secolo i navigatori avevano l’abitudine di portare sulle loro navi dei conigli selvatici che poi abbandonavano nelle terre esplorate per avere una riserva di carne al loro successivo passaggio. Questo fu uno dei motivi principali per cui il coniglio selvatico si diffuse in tutti i continenti. Si trattava però di un popolamento incontrollato perché il coniglio, come tutti sanno, ha un’elevatissima prolificità e questo causò danni enormi alla flora autoctona.

Un esempio è l’Australia: “I conigli furono importati dall'Europa nel 1856, da parte dell'allevatore Thomas Austin. In questo continente i conigli trovarono condizioni favorevoli: cibo in abbondanza, nessun predatore e nessun parassita. Di conseguenza iniziarono a moltiplicarsi molto rapidamente, causando enormi danni alla flora del paese.

Le contromisure adottate del governo furono sempre inefficaci: il tentativo di avvelenare le pozze d'acqua in cui i conigli si abbeverarono fu un insuccesso; l'introduzione dei predatori dei conigli non diede l'effetto sperato, anzi i predatori si diedero alla caccia delle altre specie presenti nel continente.

Solo nel 1950, con la diffusione di una zanzara vettore di un potente virus, la Myxomatosi, la popolazione fu decimata al 99%, causando la morte di oltre 200 milioni di individui, a un punto tale da porre fine allo stato di “calamità”. Il rimanente 1%, però, resistette alla malattia e ricominciò a riprodursi, tornando a causare danni e sovrappopolazione.

Negli anni ‘80, la diffusione dei conigli resistenti alla Myxomatosi fece risorgere il problema della sovrappopolazione. Per questo motivo fu introdotto un altro virus, l'RHD (Rabbit Haemorrhagic Disease) che fece registrare la morte del 90% dei conigli, ma che causò la nascita, anche in questo caso, di ceppi di resistenza alla malattia. L'ultima arma contro questa piaga è una nuova forma di Calicivirus, la RHDV (gen. Lagovirus), introdotto nel 2000, che ha causato la morte di un numero tale di conigli da evitare la perdita di oltre un miliardo di dollari di danni in 10 anni. L'effetto dei conigli sull'ecologia australiana è stato devastante. Si pensa che i conigli siano la maggiore causa di perdita di specie vegetali nel continente. I conigli sono inoltre responsabili di un serio fenomeno d'erosione del suolo proprio a causa della loro abitudine di cibarsi delle piante appena nate.” (2)

Coniglio selvatico e Lepre

La Lepre ed il Coniglio selvatico si assomigliano molto e infatti fanno parte della stessa famiglia. Il coniglio selvatico si differenzia dalla lepre per le dimensioni minori.

Le sue zampe sono decisamente piú corte e di conseguenza è piú lento nella corsa.

Il coniglio, quando è fermo, sta accucciato mentre la lepre sta in posizione eretta. La lepre, anche se non ama l’acqua, è in grado di nuotare mentre il coniglio ne ha terrore. La lepre vive sola o in coppia mentre il coniglio vive in società molto numerose in ripari sotterranei. La lepre non scava tane; il suo rifugio consiste in un leggero incavo del terreno in luogo riparato e asciutto che viene scelto a seconda della condizioni meteorologiche (vento, temperatura e umidità).

I conigli invece scavano sistemi di gallerie sotterranee il cui sviluppo è talvolta imponente, con numerose entrate, incroci e camere al termine di bracci laterali e tane a fondo cieco. Le gallerie sono ampliate ed estese di generazione in generazione. Il coniglio vive in luoghi sabbiosi, ben esposti e soprattutto asciutti come la brughiera sassosa e incolta. I cespugli della boscaglia danno all’animale un riparo sicuro in cui scavare le sue tane e nelle macchie erbose trova cibo in quantità. La lepre vive invece in terre coltivate, praterie, terreni secchi. Ambedue hanno la possibilità di mutare il colore della pelliccia per mimetizzarsi meglio nell’ambiente. Tutte e due le specie marcano il territorio secernendo una sostanza odorosa che, in piú, facilita il corteggiamento. Il coniglio è piú vitale e piú capace di adattamento della lepre comune. Nonostante l'idea di animale placido che l'opinione pubblica ha dei conigli, questi animali possono rivelarsi particolarmente aggressivi fra loro: i maschi adottano rituali aggressivi, come lo spruzzare la propria urina sui contendenti, e arrivano a ferirsi anche gravemente con morsi, graffi e calci.

Il coniglio selvatico e la lepre hanno un udito e un olfatto molto sviluppati e vista ottima.

La lepre partorisce da 1 a 5 leprottini per volta, mentre la coniglia da 3 a 12. A differenza dei piccoli conigli, i leprotti nascono coperti di peli e con gli occhi aperti (vedono e sentono subito); inoltre sono già in grado di muoversi da soli pochi minuti dopo la nascita. In meno di un mese diventano autosufficienti.

La lepre copre spazi molto ampi, mentre il coniglio si muove in spazi piú limitati.

I loro principali predatori sono gli uccelli rapaci, diurni e notturni, i Canidi, i Felidi, i Mustelidi e i Rettili.

L’età massima di un coniglio è di circa 8-10 anni, mentre quella della lepre è di circa 6-7 anni.

“Il coniglio selvatico è distribuito in Ticino nelle zone di pianura dove predilige i terreni molli e sabbiosi. La sua presenza è limitata in altitudine e attualmente non si spinge piú a nord della campagna di Malvaglia. Le sue colonie sono limitate a poche regioni come si può osservare dalla cartina di distribuzione. Il coniglio è preda di numerose specie. Alle nostre latitudini possiamo citare la volpe, la faina, la donnola e i gatti inselvatichiti. Negli uccelli rapaci importante è l’attività del gufo reale e occasionalmente quella di alcuni rapaci diurni, come la Poiana e l’Astore.” (3)

Morfologia

Nel corso del tempo sono state ottenute un’infinità di razze diverse di coniglio domestico. Dimensioni, peso, qualità e colore del pelo, forma d’insieme o di parti del corpo sono cosí diversi nei conigli domestici che non si può dare uno schema preciso. Esistono infatti dei giganti che misurano in lunghezza totale anche oltre un metro e razze minori che misurano quaranta centimetri in confronto ai cinquanta centimetri dei conigli selvatici. Negli ultimi tempi dalle razze dei conigli domestici si è selezionato il Coniglio nano, che ormai spopola come animale domestico da compagnia.

Le orecchie, estremamente delicate e sensibili, sono intensamente vascolarizzate e svolgono un ruolo molto importante nella termoregolazione.

Il modo migliore per sollevare un coniglio è quello di prenderlo per la collottola – non per le orecchie - sostenendolo nella parte inferiore con una mano. Questo è particolarmente importante nel caso di una femmina gravida.

Il tatto e l’olfatto sono molto sviluppati sin dalla nascita, cosí come la sensibilità alla temperatura.

L'apparato respiratorio del coniglio rappresenta una delle sedi anatomiche piú delicate e soggette a malattie. Infatti, se le cavità nasali sono otturate si verificano varie infiammazioni.

La dentatura è composta di 28 denti (22 molari, 4 incisivi superiori e 2 inferiori), tutti a crescita continua. I molari della mandibola sopravanzano quelli della mascella costringendo ad una masticazione simile a quella dei ruminanti.

Va segnalato che l'alimentazione a base di pane, fette biscottate, farine d'avena, melassa e carboidrati può causare gravi problemi. Infatti, l'apparato digerente del coniglio non è in grado di assimilarli correttamente e la fermentazione di questo tipo di cibo può causare meteorismo e blocchi gastrointestinali.

Molto importante, soprattutto ai fini dell’alimentazione, è una particolare caratteristica fisiologica della digestione del coniglio, che prende il nome di ciecotrofia.

I Lagomorfi hanno una simbiosi digestiva nel tratto finale dell'intestino: tale caratteristica consente loro di disgregare la cellulosa contenuta nelle sostanze vegetali di cui si nutrono. Tuttavia, essi non possono trarne vantaggio immediato, poiché i batteri necessari a tale azione alloggiano nella parte terminale del tubo digerente. Per ovviare a ciò i Lagomorfi emettono due tipi di feci: le prime, dette anche feci molli, sono quelle su cui hanno lavorato i microrganismi simbionti e vengono reinghiottite dall'animale, mentre le seconde, o feci dure, di forma sferica, fibrose e asciutte, sono il risultato definitivo dell'assorbimento delle sostanze nutritive nello stomaco.

Il corpo è ricoperto da un pelo morbido, non omogeneo: sul dorso i peli, denominati giarre, sono piú lunghi. Sul ventre, invece, sono piú corti e formano la lanetta, utilizzata dalla femmina per preparare il nido ai nascituri.

Il coniglio rinnova il pelo due volte l'anno: in primavera e in autunno.

Il pelame invernale è sempre piú fitto di quello estivo ed è particolarmente ricco di lanetta.

Sotto il mento del coniglio vi sono delle ghiandole, che producono una secrezione utilizzata per contrassegnare il territorio: i conigli hanno l'abitudine di fregarsi il mento a vicenda, specialmente tra coppie e con i neonati. Si presume che ciò permetta loro di riconoscersi.

Il maschio individua la femmina ricettiva all’accoppiamento attraverso i feromoni che essa emette. Il maschio afferra la femmina per la pelle dietro la nuca e si accoppia.

Le femmine maturano sessualmente verso i cinque mesi, leggermente prima dei maschi che lo sono solo a partire dai sei. Per quanto riguarda le femmine è comunque importante non farle accoppiare prima che abbiano raggiunto il 70-80% del peso corporeo adulto, perché altrimenti, non essendo ancora completamente sviluppate, potrebbero essere debilitate dalla gravidanza.

La femmina va in estro ogni 21 giorni (anche se l'ovulazione è indotta dall'accoppiamento) e tende a riprodursi durante i primi mesi dell'anno, anche se in condizioni favorevoli può allevare i piccoli durante tutto l'anno al ritmo di una cucciolata al mese.

La gravidanza ha una durata media di 31 giorni. Normalmente una femmina dà alla luce dai 3 ai 12 coniglietti per parto. Inoltre la femmina può rimanere gravida già 24 ore dopo il parto e la gestazione (il periodo da quando rimane gravida a quando partorisce) va dai 28 ai 35 giorni, il che significa che può partorire anche una volta al mese.

Poco prima del parto la coniglia provvederà a costruire il proprio nido togliendosi anche il pelo della parte ventrale in modo da renderlo piú caldo e accogliente. Il comportamento dello strappamento del pelo è importante perché la femmina secerne un feromone di appagamento della regione della giogaia proprio nel momento dello strappo ed esso permea il nido. I suoi piccoli saranno attratti da questo odore e tenderanno a restare tutti uniti nel nido.

Gli occhi dei conigli appena nati si aprono dopo circa 10 giorni e il mantello risulta completo dopo una settimana dalla nascita. Sia il tatto che l’olfatto sono invece molto sviluppati sin dalla nascita.

La femmina, a differenza di altre specie animali, non passa molto tempo con la prole; si tratta di una strategia per evitare che il nido venga individuato dai predatori. Essa allatta i piccoli una o due volte al giorno e resta nella tana solo il tempo necessario a questo scopo.

Lo svezzamento comincia dopo tre settimane, quando i piccoli cominciano a mangiare erba e piante. Nei conigli domestici le cure parentali superano spesso le sei settimane e non è raro vedere coniglietti di due mesi cercare ancora il latte dalla madre, che però non ne ha piú.

Ricordatevi di non toccare i piccoli nel nido perché la madre è molto sensibile agli odori e potrebbe abbandonarli!

Rammentate, inoltre, che i conigli sono terrorizzati dall’altezza e hanno molta paura delle ombre che provengono dall’alto perché in natura sono cacciati dai rapaci. Per questi motivi di solito hanno paura d’essere sollevati da terra, arrivando al punto di aggredire chi cerca di prenderli in braccio.

Fonti

“Enciclopedia Animali”, di Giuseppe Scortecci, Edizioni Labor-Milano.

“Il mondo degli animali”, Enciclopedia Rizzoli Editore.

http://it.wikipedia.org/wiki/Oryctolagus_cuniculus

http://tesi.cab.unipd.it/7109/1/Tesi_Diego_Salvadori.pdf

Il Coniglio nano

Oryctolagus cuniculus

Il Coniglio nano ha origine dal Coniglio domestico e ha radici ancora piú remote in quello selvatico. Il Coniglio nano non è un giocattolo! Prendere un animale dunque deve essere una decisione ben ponderata. La principale causa di molti abbandoni è l'acquisto dettato da un impulso improvviso.

Il Coniglio vanta una numerosa quantità di razze differenti, alcune selezionate dall’uomo, altre frutto di mutazioni spontanee, tutte comunque originate dal Coniglio selvatico.

“Come per i conigli nani, anche quelli domestici si dividono in razze, ognuna delle quali ha delle precise caratteristiche. La taglia di un Coniglio domestico varia secondo la razza, in teoria ha una media che oscilla da 1,5 kg fino a taglie maggiori che raggiungono i 5 kg. Caso a parte sono i conigli giganti, abbastanza rari, che raggiungono anche 8/10 kg. Il Coniglio nano è una derivazione di quello domestico, il quale è molto socievole, piú resistente e affettuoso tanto quanto se non di piú del suo “cugino” piú piccolo. Il Coniglio nano, ha origine dal Coniglio domestico e ha radici ancora piú remote in quello selvatico… Molte razze del Coniglio nano, sono semplicemente la versione “mini” del Coniglio domestico, altre invece sono state selezionate con piú cura, per il pelo, le fattezze e per altri fattori; ciò non toglie che sia possibile anche tenere come animale da compagnia un Coniglio domestico e non nano, anzi caratterialmente risulta piú mansueto e resistente. In genere rispetto un Coniglio domestico, il nano ha un corpo piú arrotondato e raccolto, anche le orecchie (tranne che per gli ariete) sono piú corte e meno appuntite”. (1)

Razze

Nell’Europa meridionale, durante il Medioevo, i conigli selvatici furono per la prima volta soggetti all’addomesticamento.

Il Coniglio europeo è dunque la sola specie di Coniglio ad essere stata addomesticata, anche se i rapporti tra questa specie e l'uomo si sono evoluti in modi diversi: i conigli, infatti, sono un esempio di animali trattati come cibo, animali da compagnia o flagelli nella stessa cultura.

Da allora, sia grazie all’uomo, sia mettendo a profitto mutazioni intervenute spontaneamente, sia operando incroci, sono state ottenute molteplici razze, molto differenti le une dalle altre e che presentano, almeno apparentemente, caratteri di somiglianza molto blandi con la specie selvatica dalla quale sono derivate. Dimensioni, peso, qualità e colore del pelo, forma di insieme o di parti del corpo sono cosí diversi nei conigli domestici che è ben difficile darne uno schema.

Le razze di conigli domestici possono pesare da meno di 1 kg (taglie nane) a oltre 8 kg (taglie giganti). Nuove razze vengono continuamente create, ma in genere occorrono alcuni anni prima che i caratteri siano ben fissati. Fra le razze leggere, i conigli nani sono tra i beniamini delle case, per le loro dimensioni ridotte e le caratteristiche morfologiche particolarmente graziose.

Le taglie giganti sono invece generalmente da allevamento, per la produzione di carne e ne esistono di vari tipi.

Vi sono poi le razze Ariete, una particolare selezione caratterizzata da orecchie pendule e immobili.

Nelle razze leggere il peso varia da 1,2 kg fino a un massimo di 4 kg. Ecco qui di seguito un elenco di alcune tra le razze leggere piú conosciute e vendute nei negozi specializzati con il loro peso massimo indicativo: American Fuzzy Lop (2 kg), Argentata piccola (3 kg), Ariete nano (1,5 kg), Ariete piccolo (3 kg), Avana (3 kg), Bevern (3,5 kg), Britannia Petite (1,2 kg), Cincillà piccolo (2,8 kg), Ermellino (1,2 kg), Fata di Marburgo (3 kg), Fata perlata (3 kg), Focata (3 kg), Giarra Bianca (4 kg), Jersey wooly (1,5 kg), Lilla (3 kg); Lince (3 kg); Martora (3,2 kg); nani colorati (1,2 kg); Olandese (2,7 kg); Oro di Sassonia (3,2 kg), Pezzata inglese (3 kg), Russa (2,5 kg), Siberiana (3,2 kg), Smoke pearl (3,2 kg), Testa di leone (1,8 kg) e Volpe argentata (3,2 kg).

Nelle razze medie invece il peso varia fino a un massimo di 5 kg.

Ecco qui di seguito un elenco delle razze medie piú conosciute e vendute nei negozi specializzati, anche qui con il loro peso indicativo: Alaska (4 kg), Argentata di Champagne (5 kg), Argentata grande (5 kg), Ariete inglese (5 kg), Arlecchino (4 kg), Bianca, Rossa e Nera della Nuova Zelanda (4,5 kg), Bianca e Blu di Vienna (4,5 kg), Californiana (4,5 kg), Cannella (4,5 kg), Cincillà americano e grande (4-5 kg), Creme d’Argente (4,5 kg), Fulva di Borgogna (5 kg), Giapponese (4 kg), Hotot (4,5 kg), Lepre (4 kg), Palomino (5 kg), Pezzata tricolore (3,5 kg), Sussex (3,5 kg), Turingia (4 kg) e Zibellino americano (3,5 kg). Tra le razze pesanti, che superano i 5 kg, figurano le seguenti: Ariete (5,5 kg e oltre), Gigante (da 5 fino a 8 kg), Gigante bianca (5 kg e oltre), Gigante inglese (fino a 6 kg) e Gigante pezzata (fino a 6 kg e oltre). Vi sono poi le razze speciali che non si individuano tanto per il peso quanto per la particolarità del loro mantello, come l’Angora, il Rex, il Satin e il Volpe.

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